Con l’annuncio dei nuovi dazi da parte di Donald Trump, si accende l’allarme per l’export agroalimentare pavese verso gli Stati Uniti, cresciuto del 50% negli ultimi dieci anni. Lo ha sottolineato Coldiretti Pavia durante il convegno “Mercosur e agricoltura: minacce globali, sfide locali”, svoltosi a Mortara. Dal 2014, il valore delle esportazioni di cibo e bevande pavesi negli USA è passato da meno di 6,5 milioni di euro a oltre 9,5 milioni, un trend virtuoso che ora rischia una pesante battuta d’arresto. Secondo Coldiretti, i nuovi dazi minacciano la competitività delle imprese italiane e possono favorire l’italian sounding, generando gravi ripercussioni per produttori e consumatori.
Costi più alti e perdita di mercato: gli effetti concreti dei dazi
Le nuove tariffe, se confermate, comporterebbero un aumento dei costi per i consumatori statunitensi e un crollo delle vendite per le imprese italiane, già messe alla prova dalla concorrenza globale. Coldiretti stima che un dazio al 20% sui prodotti agroalimentari Made in Italy si tradurrebbe in un rincaro di circa 1,6 miliardi di euro per il mercato americano. A questo si aggiunge il rischio di deprezzamento delle produzioni, soprattutto per i prodotti più deperibili come riso, formaggi e salumi, oltre ai maggiori costi di stoccaggio e logistica. Ancora più preoccupante è la possibilità di perdere spazio sugli scaffali USA, conquistato in anni di promozione e posizionamento del marchio italiano.
UE-Mercosur: un accordo che preoccupa l’agricoltura europea
Oltre ai dazi americani, al centro del convegno di Mortara è finito anche l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, che prevede l’ingresso a dazio zero di grandi quantità di carne, riso, miele e zucchero provenienti da Sudamerica. Secondo Coldiretti, l’intesa è fortemente sbilanciata: non tiene conto delle differenze negli standard produttivi, ambientali e sanitari tra i due blocchi. Nei Paesi del Mercosur, ad esempio, è ancora consentito l’uso di antibiotici e pesticidi vietati in Europa, oltre a pratiche che non rispettano i diritti dei lavoratori né i criteri minimi di sostenibilità ambientale. Così formulato, il trattato rischia di aprire le porte a una forma di concorrenza sleale che penalizzerebbe pesantemente l’agricoltura italiana.
Una strategia europea per difendere l’agricoltura e il Made in Italy
Durante l’incontro a Mortara, Ettore Prandini, Presidente nazionale di Coldiretti, ha invitato l’Europa a rispondere in modo coeso, mettendo in campo un piano di rilancio dei settori produttivi. Le parole chiave sono: sburocratizzazione, digitalizzazione, innovazione e internazionalizzazione. In particolare, è stata evidenziata l’urgenza di investire in agricoltura di precisione per abbattere i costi e rendere più efficienti le filiere. Anche Silvia Garavaglia, Presidente di Coldiretti Pavia, ha ribadito l’importanza di usare la diplomazia economica per evitare conflitti commerciali dannosi: “La logica dei dazi e contro-dazi ha dimostrato nel tempo di non portare benefici a nessuno. Serve dialogo e visione strategica per tutelare l’agricoltura europea”.